Paralisi celebrale infantile

La Paralisi cerebrale infantile è la malattia neuromotoria più frequente in età pediatrica. Dovuta a un danno irreversibile ma non progressivo del sistema nervoso centrale per cause differenti (come un’emorragia o un’ischemia), ha ripercussioni specialmente sul sistema muscolo scheletrico, che progrediscono e peggiorano durante tutta la vita e specialmente durante il periodo di crescita del bambino e che possono essere associate a problemi intellettivi.

Il disturbo è definito persistente in quanto la lesione a carico del cervello non è suscettibile di guarigione in senso stretto, ma la patologia non tende al peggioramento spontaneo perché la lesione stessa, sostituita da lesione cicatriziale, non va incontro a fenomeni degenerativi.

La Paralisi cerebrale infantile comprende un gruppo di disordini che determinano problemi motori ma le manifestazioni della malattia non sono fisse, perché i sintomi mutano nel corso del tempo e possono beneficiare di un trattamento riabilitativo o, nei casi più gravi, chirurgico.

Colpisce un bambino ogni 500 nati. Oggi in Italia sono  50.000 i bambini affetti da questa patologia. L’incidenza è più elevata nei bambini nati prematuri (in particolare sotto le 32 settimane di età gestazionale) e nei neonati di peso inferiore ai 1.500 grammi.
I bambini colpiti da Paralisi cerebrale infantile presentano, fin dai primi mesi di vita, un ritardo neuropsicomotorio, che si concretizza con la difficoltà a raggiungere nei tempi adeguati lo sviluppo neuromotorio normale. Generalmente è colpito tutto il corpo ma con intensità differente nei diversi distretti del sistema muscoloscheletrico.

(www.fondazioneariel.it)